LA SORDITA’INFANTILE, nuove prospettive di intervento- Ed. Erickson. Il mio pensiero.
Oggi voglio parlare di un libro che ho letto recentemente dal titolo “LA SORDITA’INFANTILE, nuove prospettive di intervento” di Pasquale Rinaldi, Elena Tomasuolo, Alessandra Resca (a cura di), edito da Edizioni Erickson
Da tempo era nella mia lista dei desideri, e quando Erickson mi ha proposto l’invio di un libro, non ho esitato. Questo!
Già nella presentazione del libro viene esplicitato il proposito degli autori di mantenere una posizione non schierata a favore di un metodo riabilitativo ed educativo in particolare, ma di presentare in maniera neutra approcci diversi, per offrire ad operatori e famiglie una visione ampia e non ideologica della sordità
-Cosa assai rara quando si parla di sordità!-
Io, non ne ho mai fatto mistero, nutro un amore particolare per la lingua dei segni e ne sono certamente una sostenitrice. E questo è indubbio.
Tuttavia, sono anche (e soprattutto) un’assistente sociale che si occupa di sordità, pertanto il mio preciso dovere è di supportare adeguatamente chi si confronta con la sordità, ed accompagnare persone e famiglie verso una scelta consapevole e calibrata ai propri bisogni e ai bisogni di ogni singolo individuo.
Non per tutti il metodo che io preferisco è quello congeniale per quella persona lì. E non necessariamente deve esserci un solo metodo. Penso che ognuno debba poter essere messo nelle condizioni di poter beneficiare di tutti i metodi educativi e riabilitativi, e strumenti di cui si dispone, in base alle proprie necessità, competenze, residuo uditivo, contesto di appartenenza e ambiente di vita.
In questo libro ho finalmente trovato alcune posizioni in linea con le mie.
Pertanto condividerò 4 ragioni per cui a mio avviso questo libro debba essere letto da tutti gli operatori che non conoscono la sordità, per potersene avvicinare consapevolmente. Da operatori che già conoscono il mondo della sordità, per confrontarsi con differenti approcci e punti di vista, e dalle famiglie, perché devono essere sempre protagoniste consapevoli delle scelte relative ai propri figli.
- 1) Il libro mantiene le promesse e non sbrodola mai in favore di particolari teorie riabilitative piuttosto che altre.
Conoscendo e vivendo il mondo della sordità da molti anni, ammetto di essere stata scettica rispetto a questa premessa. Invece i risultati degli studi, gli aspetti medici, neuropsicologici, riabilitativi, educativi, sociali, linguistici e culturali, vengono presentati in maniera dettagliata e puntuale, viene descritto cosa viene portato in termini di benefici, e quali possono essere le eventuali difficoltà. Vengono sempre portati dati concreti e mai supposizioni.
- 2) Fin dall’inizio si parla dell’importanza del supporto alle famiglie.
E questo, da persona che lavora proprio con le famiglie di persone sorde, non posso che apprezzarlo infinitamente.
Quando si parla di sordità si tende a concentrarsi fin da subito sul deficit uditivo, senza mai considerare l’aspetto famiglia, ambiente di vita, contesto sociale di appartenenza. Se in relazione ad altre disabilità, questo lavoro viene fatto in maniera più naturale, quando si parla di sordità ciò non avviene mai (o quasi mai). Fin da subito dopo la diagnosi vengono marcate linee precise a seconda dell’identità culturale di appartenenza: Sordo inserito nella cultura sorda, lingua dei segni. Sordo non inserito nel mondo dei sordi, oralismo. Fine. Un assunto questo a cui le famiglie vengono indotte senza quasi consentire loro una scelta. Spesso vengono portate alla scelta da altri, così. Perchè si fa cosi. Raramente ci si ferma a considerare cosa e come la famiglia sta vivendo quella diagnosi.
In questo libro invece, fin dai primi capitoli, viene lasciato ampio spazio agli aspetti psicologici della famiglia in seguito alla diagnosi di sordità del figlio, al modo in cui questa viene comunicata e al modo in cui questa viene vissuta da tutto il sistema famiglia.
Dopotutto ricordiamo che come accade in famiglie di bambini a cui vengono diagnosticate altre disabilità, anche per la diagnosi di sordità le famiglie devono affrontare il “lutto” del bambino immaginato. Di ciò se ne parla nel libro, ma se volete approfondire ne avevo parlato nell’articolo: Genitori di bambini con disabilità tra solitudine e conflitti.
- 3) Vengono descritti dettagliatamente gli screeneng e accertamenti a cui il bambino dovrebbe essere sottoposto precocemente e viene spiegato in modo specifico il funzionamento, i limiti e le risorse dei dispositivi di ascolto assistito (apparecchi acustici e impianto cocleare).
Utile per orientare le famiglia a comprendere ciò a cui hanno diritto di sottoporre il proprio figlio, e per compiere una scelta consapevole e non viziata dalle opinioni spesso più personali che professionali, dei diversi professionisti.
- 4) Vengono descritti dettagliatamente metodi e trattamenti per l’educazione al linguaggio.
Si parla di approccio uditivo- verbale, oralismo, di lingua dei segni, di metodo bimodale e di educazione bilingue (italiano e LIS), sfatando anche qualche antico pregiudizio e timore rispetto alla scelta bilingue. Come per il punto precedente, anche in questo caso si guida la famiglia verso una scelta personale.
Questi sono i 4 motivi principali che mi hanno portata ad apprezzare in modo particolare questo libro.
Per chi ha interesse al mondo della sordità è un buon “manuale di orientamento”!
Super consigliato!
Erica Zani
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